Lavoro in mobilità: il BYOD

Lavoro in mobilità: il BYOD

Lavoro in mobilità: il BYOD
I venditori sono abituati a lavorare in mobilità ben prima dell’avvento dei tablet, ma è innegabile che la tecnologia ha decisamente semplificato la vita e la gestione della rete commerciale. Se qualche anno fa, accanto all’auto, nell’equipaggiamento dell’agente compariva cellulare aziendale e portatile, ora, soprattutto il PC tende a lasciare il posto al tablet, alleggerendo ancora di più che svolge questo mestiere on the road (e non solo in termini di peso).

Si parla di BYOD (acronimo di Bring Your Own Device) per indicare la propensione da parte di aziende e professionisti a usare smartphone o tablet privati anche nell’ambito professionale. Posta la disponibilità di un device proprio ( e, in questo senso, i dati di acquisto e uso dei dispositivi mobile sono più che positivi), appare evidente come sia superfluo doversi dividere tra la gestione dei dati professionali su un dispositivo aziendale e i dati privati su quello personale.

E in tanti, infatti, non lo fanno: al contrario, usano spesso i propri devices, non solo per controllare la posta o tenere sotto controllo i profili sui social network, ma anche per accedere alle applicazioni aziendali, CRM, in primis, software per il monitoraggio delle spese e sistemi Erp. Questo perché il fenomeno della consumerizzazione dell’IT è crescente (la disponibilità di tecnologie nate nell’ambito consumer e poi sviluppate per essere utili anche a livello lavorativo).
Ovviamente la gestione della sicurezza dei dati aziendali è un aspetto fondamentale che deve essere affrontato dall’azienda, da qui deriva l’importanza di abbracciare il cambiamento e le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, per capirne le potenzialità e sfruttarle con consapevolezza.

06/06/2013